Usa: a 17 anni muore per il Coronavirus dopo essere stato rifiutato in ospedale

Mentre il mondo è impegnato nell’ardua impresa di arginare la pandemia da Coronavirus, negli Stati Uniti d’America accade ciò che in molti avevano paventato. Un 17enne sprovvisto di assicurazione sanitaria muore per Covid-19 dopo che un ospedale californiano gli aveva negato il ricovero.

Siamo a Lancaster, in California, a una cinquantina di chilometri dalla mitica e patinata Los Angeles. È mercoledì 25 marzo quando un ragazzo di 17 anni con i sintomi tipici di un’infezione da Coronavirus raggiunge in condizioni critiche l’ospedale della zona, che però è una delle tante cliniche private americane.

Il personale ospedaliero si rifiuta di prestargli le prime cure in quanto il ragazzo non è coperto da regolare assicurazione sanitaria. Invitato a recarsi in una struttura ospedaliera pubblica, il giovane sarebbe morto di lì a poco.

A dare notizia del tragico evento è stato il sindaco di Lancaster con un accorato video pubblicato su YouTube e diventato immediatamente virale.

Quanto accaduto rientrerebbe però nel naturale ordine delle cose, se si pensa che il sistema sanitario americano si fonda su criteri di carattere privatistico.

Mentre in Europa il diritto alle cure è garantito a tutti, clochard compresi, gli americani possono curarsi soltanto se in possesso di assicurazione sanitaria o se dispongono dei soldi necessari a coprire i costi di un intervento chirurgico.

A voler essere precisi, le cose sono più sfumate di così: nel 1965 è stato introdotto oltreoceano il Medicaid, un programma sanitario che si propone di venire incontro alle famiglie a basso reddito coprendone una parte importante delle spese sanitarie.

Anzi nel 2010 l’allora presidente d’America Obama ha esteso il Medicaid a fasce di reddito che non godevano di questa copertura sanitaria. Con il risultato che oggi sono aumentati di circa 30 milioni gli americani che hanno accesso alle cure mediche.

Fatto è che attualmente nelle stesse condizioni del 17enne che è morto di Coronavirus mercoledì 25 marzo rientrano quasi 28 milioni di americani, per i quali in questo periodo di emergenza sanitaria si prospettano tempi duri.

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