Maschere della Decathlon trasformate in respiratori grazie all’azienda Isinnova

Mentre l’Italia si trova a far fronte ad un’emergenza sanitaria senza precedenti causata dal coronavirus, responsabile della malattia COVID-19, due giovani ragazzi si ingegnano per trovare delle soluzioni in grado di sopperire alla mancanza di respiratori necessari per tutti quei pazienti in condizioni gravi che necessitano di assistenza e supporto artificiale per la respirazione.

Il Dottor Renato Favero, ex primario presso l’ospedale di Gardone Valtrompia (Brescia), si è domandato proprio in questi giorni se fosse possibile inventare qualche sistema capace di compensare la necessità di respiratori e ventilatori, fondamentali per fronteggiare la pandemia che ha messo in ginocchio il mondo intero.

La sua richiesta si focalizzava anche su una certa rapidità di esecuzione, senza la necessità di dover passare per canali e pratiche burocratiche collegate al rifornimento di ospedali e presidi sanitari, i quali, purtroppo, hanno già da diverso tempo esaurito tutte le scorte possibili.

Un amico del Dottor Favero, medico presso l’ospedale di Chiari, decide di parlare al suo collega indicandogli un’azienda bresciana impegnata nella realizzazione di alcune valvole di emergenza per dei respiratori.

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Gepostet von Cristian Fracassi am Samstag, 21. März 2020

L’azienda è “Isinnova”, startup fondata da due ingegneri Cristian Fracassi e Alessandro Romaioli. I due hanno inventato un progetto capace di trasformare in dei veri e propri respiratori d’emergenza le maschere da SUB vendute da Decathlon (quelle che permettono di respirare sott’acqua senza espellere l’acqua), utilizzando delle valvole speciali realizzate secondo la tecnologia della stampa tridimensionale. Ad aiutare nella realizzazione è stato proprio Favero che ha chiesto se fosse fattibile realizzare un respiratore usando la maschera di Decathlon.

Il prototipo del respiratore-maschera è stato creato in una settimana ed è stato testato proprio nell’ospedale di Chiari ed è risultato essere perfettamente funzionante come un vero e proprio respiratore medico. La stessa azienda ha dichiarato che basta collegare la maschera all’ossigeno utilizzando la presa nel muro e che attualmente lo stesso ospedale di Chiari sta sfruttando ben due maschere da SUB, con le relative valvole speciali, come respiratori su due pazienti.

Charlotte Valve – Credit: isinnova.it

Esattamente così, il Dottor Favero decide di rivolgersi a “Isinnova” per capire come fare in modo di trasformare delle maschere da sub in devi veri C-PAP (“Continuous Positive Airway Pressure”), ossia dispositivi medici in grado di fornire ventilazione meccanica mantenendo continua la pressione positiva).

Si tratta sostanzialmente del medesimo metodo di ventilazione che viene usato nei reparti di terapia intensiva su tutti i pazienti che soffrono di insufficienze respiratorie, in questo caso la maggior parte data l’epidemia da coronavirus. La C-PAP è essenzialmente una maschera speciale collegata ad un macchinario di ventilazione tramite un tubo. Tale macchinario emette aria compressa favorendo la respirazione del paziente.

Le maschere di Decathlon diventano C-PAP sostituendo la parte del boccaglio con delle valvole, l’intuizione è una combinazione tra l’idea del Dottor Favero e le idee brillanti dei due ingegneri di “Isinnova”.

La stessa startup bresciana ha contattato Decathlon per richiedere il progetto “CAD” della maschera “Easybreath” per permettergli di realizzare le valvole speciali da attaccare al posto del boccaglio e, successivamente, al tubo per diventare dei respiratori.

La nuova valvola viene battezzata “Charlotte” ed il progetto può essere facilmente scaricato online per consentire a tutti di ottenerla con una semplice stampante 3D.

La maschera è stata anche testata con un gran successo diventando una sostituta perfetta in caso di emergenza anche se ovviamente non possiede le certificazioni che la rendono dispositivo medico “ufficiale”, ma La situazione sanitaria attuale, del resto, sta creando scenari e situazioni normalmente inimmaginabili.

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