È comune che alle persone risulti difficile giudicare in modo obiettivo se stesse in merito alle proprie abilità. Avrai notato che le persone poco competenti in un determinato settore tendono a sopravvalutarsi e ad essere più arroganti, mentre quelle più esperte hanno la tendenza a sottostimare le proprie competenze e ad essere più timorose.
Questi comportamenti sono le due facce della stessa medaglia, cioè di quella insidiosa distorsione della valutazione, nota come effetto Dunning-Kruger, dal nome degli psicologi che l’hanno codificata, che condanna gli incompetenti a non accorgersi di esserlo. Cerchiamo di capire, alla luce delle scoperte dei due ricercatori americani, perché gli stupidi sono sempre strasicuri.
Che cos’è l’effetto Dunning-Kruger
L’effetto Dunning-Kruger è un bias cognitivo, cioè una distorsione della valutazione, che porta le persone poco competenti su un argomento a sovrastimare le proprie competenze, mostrando un atteggiamento supponente. Si tratta quindi di un pregiudizio che induce le persone con poca conoscenza su un tema a non essere in grado, proprio a causa della loro incompetenza, di riconoscere i propri errori e le proprie mancanze. In parole semplici, è come se chi è “stupido” relativamente a un certo tema fosse troppo stupido per rendersene conto. Oltre a sopravvalutare il proprio sapere, queste persone tendono a sottostimare quello altrui.
È interessante notare che, con il progredire delle competenze, l’effetto Dunning-Kruger decresce, portando ad una diminuzione dell’autostima. Infatti, le persone più competenti tendono a sottovalutare le proprie conoscenze e a tenere un basso profilo, come succede nella cosiddetta “Sindrome dell’impostore“, una bizzarra condizione psicologica diffusa tra le persone di successo che le induce a convincersi di non meritare il successo ottenuto. Come corollario, chi soffre di questa sindrome si sente un impostore e vive nell’ansia di essere scoperto.
Se la sovrastima dell'”ignorante” deriva da un errore di giudizio su di sé e su una generale mancanza di autoriflessione, l’insicurezza di chi è competente è il frutto di una tendenza a sovrastimare le abilità altrui. Le persone più esperte sono portate ad attribuire agli altri un livello di competenze equivalente al proprio. Questo errore di valutazione le porta a considerarsi meno preparate di loro. Perché più si ampliano le conoscenze, più si è consapevoli del fatto che ci sono tante cose che non si conoscono.
La tendenza a sovrastimare le proprie capacità la ritroviamo in sempre più ambiti. Ad esempio, è stata osservata anche nei guidatori: secondo uno studio del 2013, il 93% degli automobilisti ritiene di avere abilità di guida superiori alla media.
Lo studio
Era il 1995 quando, a Pittsburgh, il quarantacinquenne McArthur Wheeler decise di rapinare a viso scoperto due banche nello stesso giorno. Quando, più tardi, venne arrestato, Wheeler rimase incredulo nel sapere che le telecamere di sorveglianza, a cui aveva beatamente sorriso prima di uscire da ciascuna banca, lo avessero ripreso. Avendo appena appreso che il succo di limone funge da inchiostro invisibile, egli pensava che cospargendosi il viso di limone e stando lontano da fonti di calore, sarebbe diventato a sua volta invisibile.
Ispirati da questo fatto di cronaca, due psicologi americani, David Dunning e Justin Kruger, professori alla Cornell University, ipotizzarono che alcune persone tendono a valutare erroneamente il proprio livello di abilità, considerandolo più elevato di quello effettivo. I due ricercatori decisero quindi di portare avanti una ricerca nella quale misurarono la capacità di autovalutazione di un gruppo di studenti nell’area della logica, della grammatica e dell’umorismo.
Ciò che scoprirono è che i soggetti meno competenti tendevano a sopravvalutare le proprie prestazioni e, allo stesso tempo, a sottostimare il livello di competenze degli altri. Per contro, i soggetti più esperti erano portati a svalutarsi e a ritenere più elevate le capacità altrui.
Le osservazioni degli autori
Secondo gli autori, gli individui con poche conoscenze tenderebbero a sopravvalutarsi perché la loro stessa incompetenza è frutto di un’assenza di metacognizione, cioè di capacità di autoriflessione, che li porta a non essere in grado comprendere i propri limiti. Non avendo percezione delle proprie mancanze, questi soggetti nutrono un’eccessiva fiducia nelle proprie capacità, seppur priva di qualsiasi riscontro.
L’ignoranza è una specie di vicolo cieco: se mostri ad una persona con poche conoscenze su un tema i test svolti da altre più esperte, l’ignorante continuerà a credere di essere meno ignorante di quello che è, perché non è in grado di vedere la differenza tra un test fatto bene e uno fatto male. Al contrario, se a un individuo molto competente fai vedere i test fatti da quelli meno bravi, si accorgerà immediatamente del proprio errore di valutazione e inizierà a giudicare se stesso e gli altri in modo più obbiettivo.
In base a quanto osservato da Dunning e Kruger in uno studio successivo, c’è un modo per migliorare la capacità di autovalutazione degli incompetenti inconsapevoli ed è quello di impartire loro una seppur minima formazione sull’argomento in questione. Infatti, con l’aumentare delle conoscenze, l’illusione di superiorità decresce e si diventa più consapevoli dei propri limiti. Questo è anche il motivo per cui le persone competenti sono in genere più modeste e insicure. Ci sono però degli ostacoli al superamento dell’effetto D-K: da un lato, lo stupido non ritiene di aver bisogno di apprendere di più, dall’altro, le persone più competenti, proprio perché consapevoli della complessità insita nelle cose, non ritrovano mai la fiducia tipica di chi è incompetente.
Incompetenti e fieri di esserlo
Malgrado l’effetto Dunning-Kruger sia stato descritto solo nel 1999, non è affatto una novità. Possiamo osservare riflessioni affini in Charles Darwin (“L’ignoranza genera fiducia più spesso della conoscenza“) e Bertrand Russel (“Una delle cose più dolorose del nostro tempo è che coloro che hanno certezze sono stupidi, mentre quelli con immaginazione e comprensione sono pieni di dubbi e di indecisioni“). Un altro illustre precedente a sostegno del fenomeno lo troviamo in Come vi piace di William Shakespeare (“Il saggio sa di essere stupido, è lo stupido invece che crede di essere saggio“). In tempi più remoti, Socrate diceva all’oracolo di Delfi: “Io so di non sapere“. In questo elenco di aforismi c’è anche spazio per Confucio (“La vera conoscenza consiste nel sapere l’estensione della propria ignoranza“).
La tendenza a sovrastimare le proprie capacità ha segnato la storia dell’uomo, ma negli ultimi anni ha raggiunto dimensioni drammatiche, soprattutto a causa dei social media. Oggi ci ritroviamo a fare i conti con mamme pancine che dispensano consigli medici fai-da-te intrisi di ignoranza, tuttologi della rete che scrivono su qualsiasi argomento convinti di possedere il Verbo, complottisti che modificano i fatti e la storia accusando chi non la pensa come loro di essere al soldo dei potenti, e così via.
L’illusione di competenza porta coloro che non sanno ad argomentare in modo convincente e aggressivo. Così, delle semplici bufale prive di fonti affidabili diventano certezze e assumono credibilità. Il distacco tra ignoranza e conoscenza è così vasto da non lasciare spazio al dubbio. Dal momento che tutti sanno tutto, la credibilità degli esperti viene messa in discussione e derisa. Si potrebbe dire che internet dia voce a “legioni di imbecilli“, per citare Umberto Eco. L’antidoto contro questa epidemia dell’ignoranza è l’impegno a cimentarsi in un percorso di apprendimento continuo, scegliendo con attenzione le fonti e coltivando il dubbio.
Conclusioni
In sintesi, perché gli stupidi sono sempre strasicuri? Perché la loro mancanza di conoscenze in una determinata materia li porta a non essere in grado di accorgersi dei propri limiti e, allo stesso tempo, di riconoscere le competenze altrui. Ciò induce gli incompetenti inconsapevoli a nutrire una fiducia incondizionata nelle proprie capacità. Questa eccessiva sicurezza li rende presuntuosi e insolenti e li fa cadere vittime della superbia, il peccato di chi pretende di meritare una posizione di privilegio rispetto agli altri in ragione di una presunta superiorità. Per fortuna, un rimedio per sfuggire all’illusione di superiorità c’é: aumentare il proprio sapere ed essere umili.
Fonti: Justin Kruger e David Dunning [1999]. “Unskilled and unaware of it: how difficulties in recognizing one’s own incompetence lead to inflated self-assessments.”
perchè son stupidi
interpretazione riduttivistica…Russel non voleva dire perfettamente questo e faccio un esempio immediato…cos’è la stupidità vera…secondo voi? Una forma di ignoranza libresca o tecnocratica? Significherebbe che un analfabeta non possa mai essere saggio! La vita ci dimostra che non è così . nel contempo un “genio” come Mozart poteva essere tremendamente stupido sul piano esistenziale. Karl Gustav Jung ha esplorato molto questo grande mistero. Conclusione stiamo atenti a non interpretare gli aforismi come questo di Russel a partire da un preconcetto ideologico-esistenziale riduttivistico!
Non penso che il compositore W.A. Mozart fosse stupido sul piano esistenziale come scrivi . Era semplicemente stato abituato a frequentare ambienti di alto rango e desiderava vestire elegantemente sperperando il suo patrimonio che non sapeva gestire . Ho letto decine di libri con i contenuti di lettere e scritti di Mozart che denotavano tutto meno che stupidità. Ribellione e scarso senso delle regole tradizionali . la stupidità è ben altro.
Sapere perché?
Perché lo stupido crede di sapere sempre tutto senza aver aperto un libro senza aver partecipato a un corso o seminario senza aver mai visto un documentario senza aver imparato mai da nessuno … ecc ecc..
L’idiota è sicuro di se stesso e molte volte anche:
arrogante rivoltoso negativo polemico scontroso e grande nemico di chi insegna e chi divulga buone notizie..
Quando incontro un ignorante che dice di sapere tutto gli chiedo di farmi vedere la biblioteca di famiglia o almeno la sua…
Non discutete mai con un idiota … avrà sempre la meglio perché nel dibbattito e nelle offese è imbattibile..
Se ve la sentite fatelo evolvere voi..
Prima o poi tutti dovranno evolvere..
Anch’io lo ero…
Poichè dalla affermazione, della quale è perfettamente rivelata la forma assiomatica, si evince una totale certezza, bisogna pur dire che, se vero l’assioma, chi l’ha proferita è uno stupido.
Non si può ridurre tutto a solo 2 parole: libresca o tecnocratica. L’analfabeta è sicuramente più saggio di chi legge o tecnocrati. Teoricamente l’assunto non è affatto sbagliato o riduttivo. Riduttivo semmai è il quesito che ti sei posto. Potenzialmente basta non assumere mai posizioni di elevata cultura o di uomo/donna arrivata/o. Ascoltare sempre e rispondere molto poco, solo se non siè pensato molto lasciando sempre a se stessi il beneficio del dubbio per Poter comunque e sempre riflettere, elaborare CON MOLTQ UMILTÀ.. Comunque la sicurezza della certezza non esiste, eppur esiste ecco l’ignoranza. Il discorso è talmente tanto filosofico e teoristico che non ha soluzione. Probabilmente il più umile è sempre il più intelligente perché lascia all’altro la sicurezza impossibile di sapere e trarre conclusioni qualora ce ne fosse il motivo. L’ignoranza, credo ci appartenga per tutta la vita.
Vorrei aggiungere qualcosa, senza nulla togliere a cio’ che si e’ scoperto con le ricerche. E’ probabile che non tutti abbiano avuto l’opportunità di cimentarsi in studi approfonditi in una certa materia ma, quando accade, il fenomeno del “so di non sapere” si manifesta schiettamente. Ma quanti di noi hanno realmente approfondito una materia fino ad arrivare a scoprire che “piu’ cose apprendo e piu scopro che ci sono cose che dovrei sapere? E’ un po’ come entrare in una costruzione con l’intento di esplorarla tutta. Si entra in una prima stanza per esplorarla e dopo un p si comincia a comprendere come fatta ma poi si trova una porta chiusa, aperta quella si entra in un altra stanza e questa ha il doppio delle porte chiuse, da esplorare. e piu si esplora e piu si scoprono stanze piene di oggetti da studiare e porte chiuse che portano in altre stanze. E piu’ porte si sono aperte (e maggiore e’ la conoscenza) e piu’ si e’ consapevoli che si e’ perlustrato una frazione di quanto c’e’ da sapere. Fino qui ci siamo… Ma cosa dire dei tanti “professoroni” che hanno fatto della propria conoscenza la propria professione e fede? Raggiunto un certo livello di conoscenza… Di molto superiore agli “altri”, anche se si copre che non e’ minimamente sufficiente per poter affermare nulla di definitivo, anzi… Questi luminari tendono a perdere la capacità critica. Cio’ in accordo con il desiderio inconscio di non perdere i privilegi acquisiti dalla “finta” conoscenza derivati. Se hai due studi in paesi diversi, tre segretarie, due barche, due mogli, tre figli, cinque macchine, tre case da mantenere… Perdi la capacità di scendere dal piedistallo e lasci che gli altri credano che tu sappia il fatto tuo. Mentre se non si fosse raggiunto quel livello sociale, si avrebbe maggior consapevolezza di non sapere. Quindi, la conoscenza relativa al proprio tempo e stato sociale, in molti, tende a drogare la consapevolezza del proprio sapere. In altre parole: in alcune circostanze, anche chi sa di non sapere, torna ignorante e crede e lascia credere di sapere. Se vi serve un esempio… Citerei una categoria che per forza di cose ha nelle proprie conoscenze una minima frazione di quanto gli servirebbe per dire “so cosa faccio” ma lo dice ugualmente: Gli Oncologi. (poveracci… La loro materia interagisce con quasi tutte le branche possibili… E di fatto non possiedono (non possono permettersi) la capacita’ ed onesta’ intellettuale di affermare di essere incapaci nemmeno con sé stessi)
Cristiano
La stupidita secondo il mio modesto parere è quella di non saper ascoltare e di apprendere mentre si sta ascoltando i concetti le esperienze il sapere di chi si sta ascoltando
Nessuno nasce saggio, lo si diventa ,secondo mé ,con il passare del tempo sempre se si é disposti ad ascoltare e mentre si ascolta ad impara e a non pensare di essere i depositari della verità
A volte qualche dubbio…………. aiuta
L’argomento è stimolante e costringe il lettore a formulare dei pensieri. Questa è un’operazione ormai desueta per un gran numero di utenti del web. Ormai vanno di moda gli spot con immagini e pochi discorsi, si fanno arricchire gli influencer anche se decerebrati, si prendono per vere le peggiori balle ( fake ) messe in circolazione. La politica ha smesso di cavalcare un ideale, oggi si cavalca l’onda del momento anche se va in senso contrario a quella che cavalcavi il giorno prima. Nei luoghi dove la gente parla perché costretta a relazionarsi col prossimo da momenti obbligati come la mensa aziendale o il bar, l’argomento più sfoggiato e su cui tutti sanno tutto è si sentono soloni è il calcio. Ma qui dobbiamo fare una distinzione di genere, cosa che non è stata presa in considerazione da chi ha parlato di stupidità e sapere. Le donne partecipano meno a tali discussioni rispetto agli uomini che vivono lo sport come l’unico oggetto degno di approfondimento e riescono a diventare fanatici tifosi di un colore di club perdendo il senso civico ,diventando una mandria di potenziali assassini ,razzisti e indifferenti verso i veri problemi sociali del momento. Questa è la categoria umana più involuta e ignorante e chi cavalca l’onda del messaggio facile sa di poter facilmente indottrinare e convincere che siamo in pericolo, che nero è crimine sicuro, che prima gli italiani è garanzia di dolce futuro.
Complimenti per l’articolo, ben scritto e molto approfondito 🙂