OMS: Chi guarisce dal Covid-19 è potenzialmente contagioso per altre 2 settimane

Nelle ultime settimane il governo italiano, con l’obiettivo di contrastare in maniera efficace il contagio epidemiologico dovuto da coronavirus, ha messo in atto una serie di misure piuttosto restrittive per poter ottenere quel necessario distanziamento sociale che al momento, in mancanza di vaccini e di farmaci specifici, rappresenta la migliore arma.

Misure che devono essere assolutamente rispettate anche e soprattutto da quanti sono guariti da coronavirus. Infatti, secondo quanto evidenziato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per voce del suo direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus,

un paziente guarito da coronavirus non rappresenta più un pericolo per quanto riguarda l’eventuale contagio di altre persone, soltanto dopo due settimane dalla guarigione.

Tedros Adhanom Ghebreyesus – Credit: news.un.org

In buona sostanza questo significherebbe che le misure di contenimento del contagio da coronavirus dovranno essere rispettate anche dopo due settimane dalla scomparsa della malattia.

La raccomandazione lanciata dall’OMS attraverso una conferenza stampa che si è tenuta a Ginevra, è quella di evitare visite e contatti di ogni sorta con pazienti che sono guariti da coronavirus seppur non presentino più alcun genere di sintomo.

Si dovrà quindi attendere ulteriori due settimane per poter avere un contatto con loro ed essere certi di non poter essere contagiati.

Sempre nel corso della medesima conferenza stampa tenutasi nella città svizzera, il direttore generale dell’organizzazione mondiale della sanità ha inoltre rimarcato come in tutto il mondo ci sia stata una forte escalation di casi superando ampiamente quelli riscontrati in Cina.

Una situazione con crescita esponenziale che per forza di cose ha indotto i Governi a prendere in considerazione misure sempre più restrittive per ottenere il cosiddetto distanziamento sociale.

Lo stesso direttore ha voluto anche ricordare l’esigenza e l’importanza di rispettare alcune raccomandazioni che proprio dall’OMS sono state lanciate nelle scorse settimane ossia quella di lavarsi costantemente le mani nel corso della giornata, di starnutire nel gomito e quindi anche di mantenere la distanza di sicurezza di almeno di un metro magari utilizzando dispositivi di protezione tra cui mascherine e guanti.

Altro pilastro della campagna di contrasto alla diffusione del coronavirus è quella di eseguire il maggior numero di test per scoprire chi ne è effettivamente affetto.

Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità è quindi essenziale scoprire quanti e chi sono gli infetti da coronavirus in maniera tale da isolarli opportunamente e proteggere le altre persone, spezzando così la catena del contagio.

Proprio in ragione di questa considerazione negli scorsi giorni l’organizzazione ha provveduto a spedire circa un milione e mezzo di test in circa 120 paesi del mondo.

Coronavirus Pandemic – Credit: dispatchlive.co.za

Infine, nella disamina del direttore generale ha trovato spazio anche una situazione di preallarme riguardante quello che potrebbe accadere nei Paesi con reddito pro capite più basso dove, evidentemente, il sistema sanitario è meno organizzato e capace di rispondere adeguatamente a questo genere di emergenze.

L’organizzazione richiede, insomma, di mantenere alta la vigilanza anche verso soggetti che statisticamente sono meno colpiti dal coronavirus come ad esempio i bambini. Infatti, occorre tenere in considerazione che nei Paesi dove la struttura sanitaria è meno performante, tutti potrebbero essere fortemente a rischio in quanto potrebbero mancare quelle cure che in altri Paesi vengono considerate come basilari.

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